Ecco i principali errori da evitare quando si ha a che fare con un riccio in difficoltà!

Non improvvisare cure fai-da-te

  • non somministrare alcun farmaco o prodotto, compresi gli antipulci
  • consultare sempre persone esperte (vedi Contatti) che potranno consigliare le azioni più adatte in relazione alle condizioni del riccio
  • se il riccio è ferito non rimandare la visita veterinaria, che in questi casi è indispensabile e urgente!

Prima di nutrire un riccio

  • capire se è ancora lattante (aculei chiari, pelo scarso, occhi chiusi, orecchie aderenti alla testa, denti mancanti) o già svezzato (aculei grigi, peluria su muso e pancia, occhi e orecchie ben aperti, dentini almeno accennati)
  • scaldarlo mettendo sotto o accanto al contenitore in cui è sistemato una borsa dell'acqua calda o una bottiglia piena di acqua calda; se messa sotto al contenitore, la fonte di calore non deve occupare tutto il fondo perché il riccio deve potersene allontanare se ha troppo caldo
  • valutare insieme a un veterinario se ha o può avere fratture o traumi interni (è il caso di un riccio incidentato o morso da altri animali)

Non dare al riccio cibi inadatti o in dosi eccessive

  • mai dare ai ricci latte e latticini, mandorle e nocciole, insaccati, dolci, prodotti da forno (pane, biscotti, ecc...), alimenti ricchi di amido (pasta, patate, riso, castagne, ecc.), alcolici, succhi di frutta e altre bibite
  • ai giovani ricci già svezzati, fino a 200 grammi di peso corporeo, dare circa 1/4 del loro peso in carne più poca frutta e pochi croccantini come contorno
  • ai ricci oltre i 200 gr di peso corporeo dare al massimo 50 gr al giorno di carne più poca frutta e pochi croccantini come contorno- vedi pagina Primo soccorso e alimentazione
  • ricorda di non eccedere le dosi consigliate, perché l'obesità compromette gravemente la salute del riccio e il suo reinserimento in natura

Non lavarlo

  • è sbagliato alterare l'odore di un selvatico
  • si rischia solo di fargli prendere freddo

Non spostare un riccio lontano dalla zona del ritrovamento a meno che non sia evidentemente malato, ferito, attaccato da uova o larve di mosca o circondato da mosche

  • spostando un riccio si rischia di allontanare una mamma dai suoi piccoli
  • eventualmente si può decidere di spostare un riccio che si trova in situazioni precarie una volta verificato che sia un maschio (i ricci maschi hanno i genitali posizionati verso il centro della pancia, le femmine li hanno vicino alla coda)

Non sottovalutare la capacità di fuga di un riccio

  • se il riccio deve essere momentaneamente trattenuto, sistemalo in un contenitore a prova di fuga: per brevi periodi, come il tempo del trasporto dal veterinario, vanno bene anche gabbie con sbarre in filo metallico rigido, trasportini per gatti, scatole in cartone ben chiuse con un coperchio forato e fissato con corde o scotch; per periodi più lunghi bisogna usare scatole in plastica con bordi lisci e alti almeno 40 cm, senza fori e senza appigli; gli scatoloni di cartone, anche se alti 40 cm o più, non sono sicuri perché il riccio può bucarli in poche ore

Se si prelevano più ricci, non tenerli tutti insieme

  • la separazione serve per evitare lotte, controllare chi mangia, osservare il comportamento e valutare le feci di ognuno... e per evitare gravidanze e nascite in cattività, molto rischiose per i piccoli!

Evitare che il riccio corra pericoli mentre lo tratteniamo temporaneamente

  • non utilizzare gabbie e recinti in rete perché le maglie, grandi o piccole, sono pericolose per i ricci
  • se si fa camminare il riccio liberamente, chiudere buchi e fessure in cui può infilarsi, pulire il pavimento da eventuali fili o capelli (pericolosissimi per le sue zampe) e assicurarsi che non possa cadere dall'alto, da scale o balconi
  • tenere lontani dal riccio gli animali domestici
  • durante tutta la bella stagione (marzo-settembre) proteggere il contenitore con zanzariere per evitare che le mosche depongano uova nel cibo o addosso al riccio

Non liberare un riccio in condizioni sfavorevoli o senza la necessaria riabilitazione alla vita selvatica

  • prima di liberare un riccio, controllare che il meteo sia favorevole per un buon periodo
  • prima di liberare i ricci dopo una lunga cattività (è il caso dei riccini orfani allevati dall'uomo e dei ricci prelevati in autunno perché sottopeso e tenuti al caldo per tutto l'inverno in modo da fargli saltare il letargo), effettuare una graduale riabilitazione alla vita selvatica in un apposito recinto all'aperto, verificando che riacquisiscano la piena autonomia