...stasera la connessione faceva i cap-ricci..., ma eccomi qui.
Da dove iniziare?
inizio con il dire che è ancor più dura oggi di quanto non lo sia stato ieri nel momento in cui li ho salutati...Continuo a prendere il telefono in mano per chiamare il responsabile del Pettirosso e chiedere se stiano bene, ma per fortuna mi è rimasto ancora un po' di amor proprio per aspettare almeno una settimana prima di farlo...
Se ieri avevo qualche certezza, che poi è stata il motore per farmi decidere di sottoporli ad un viaggio in auto di 100 km, ora invece stanno emergendo alcuni dubbi, forse anche perchè sono un po' preoccupata per loro e per il cambiamento che devono affrontare.(Da soli. Perchè ora son soli davvero.Con ogni probabilità li avranno già separati. Ma il più piccolo da solo non esce dalla tana e non mangia, se non vede prima gli altri...speriamo bene.)
Ve beh, ora vi racconto:
Come sapete, ieri pomeriggio avrei avuto l'appuntamento presso il centro di recupero fauna vicicno casa, ma proprio ieri mattina, grazie alle vostre perplessità circa le modalità di collocamento e la prassi riscontrata di non sottoporre a trattamento antiparassitario, almeno iniziale, i piccoli, ho chiamato il Pettirosso a Modena e dopo qualche minuto di conversazione e chiarimenti mi sono convinta di partire con baracca e riccini per portarli là e non al parco Carrega.
Il responsabile del Pettirosso è stato molto chiaro:se non si interviene assicurando una protezione antiparassitaria iniziale prima del reinserimento, i piccoli rimangono debilitati o almeno più deboli di quanto sarebbe necessario per affrontare la nuova vita all'aperto.
Non solo, se si associa a questa carenza un'alimentazione non adeguata per loro , la mortalità riscontrata è pari al 90%!
Un'alimentazione non adeguata, o meglio "assolutamente dannosa" per loro, come ha specificato il resposabile del Pettirosso,è quella a base di cibo (specialmente quello in scatola, ma anche crocchette) per gatti.
Questo è un dato che considererei di grande rilevanza, dal momento che ho imparato a somministrare loro quel tipo di cibo, proprio perchè è quella l'informazione che viene ripetuta in tutti o quasi i siti che ho visitato oltre che nei forum.
Lui ha spiegato che può essere somministrato come prima soluzione, ma soltanto per i primi giorni.
Il problema di questo tipo di cibo è che danneggia in maniera gravissima il fegato, agendo sul sistema metabolico, rallentandolo. Sembra che, a causa degli effetti di questa alimentazione, non vadano neppure in letargo.
I riccini diventano obesi,gli additivi contenuti in quel cibo li rendono assuefatti e loro ne divorano quanto più possono, mentre dovrebbero mangiare basilarmente:
carne cruda macinata, insetti, lumache,frutta.
Mi ha anche detto che in commercio su internet esistono mangimi appositi per ricci. Ci ho appena guardato,
ma sinceramente non ho trovato gran che a riguardo, non che fosse attendibile alemeno, se non su questo sito, della "British hedgehogs Preservation Society" che offre la possibilità di ordinare cibo adatto a loro on line.
http://www.britishhedgehogs.org.uk/hogalogue.htm
Per quanto riguarda me, gli ho spiegato di aver dato loro crocchette, pappa in scatola, ma anche frutta e verdura,oltre che pollo lessato ma ha risposto che sarebbe stato meglio evitare proprio del tutto le prime due e non cuocere il pollo.
Io pensavo che dare carne cruda sarebbe stato poco igienico , per loro e per noi che vivevamo a loro contatto, quindi la lessavo.
( preciso comunque, per dovere di coronaca -e non solo- che i miei 3 piccoletti sono stati trovati in piena forma, nessuno obeso, neppure il "ciccione" :-)) sarà perchè il cartone costruito a casa era grande e avranno fatto del moto! :-)
L'oasi il Pettirosso è davvero un posto particolare.
Al nostro arrivo c'erano molti volontari, oltre che il responsabile in prima linea, che dava indicazioni secche e precise su cosa fare e quale cibo o medicazioni somministrare a qualsiasi specie si possa immaginare..ha parlato persino di un coccodrillo!
Nella casetta in legno all'ingresso, praticamente la reception, c'erano, dentro delle gabbiole o dei trasportini, nell'ordine:
2 pappagalli, 3 tartarughe di terra, una civetta -vedeste che meraviglia vista da vicino-
un ghiro, che...ovviamente ronfava incurante di tutti; tanti riccini grandi come un dito,sistemati in mezzo all apaglia, alcuni uccelli di cui non ho individuato la specie, tra i quali spiccava anche un bellissimo rapace (hanno degli occhi che ipnotizzano, sono incredibili).
C'era un frastuono infernale: fuori le oche starnazzavano, i cani impazziti (perchè sono attaccati al canile) abbaiavano e ululavano, poi ci sono la strada statale a 50 metri e l'autostrada che corre ai lati di tutta la zona...
insomma...un quadro davvero frenetico, che certo non si poteva chiamare "oasi" pensando a tutti i crismi del significato.
E' però innegabile che chi vi lavora lo fa davvero, sgobbando senza di certo risparmiarsi.
I miei piccoli sono arrivati provati dal viaggio. Era certamente una giornata calda ieri ed evidentemente lo sballottolamento in auto e l'arrivo in un posto con tanti rumori , quando a casa si stava attenti a non spaventarli e a far silenzio, li hanno destabilizzati.
Il più piccolino, quando, arrivati alla reception, ho scoperto il cartone, mi ha proprio guardato, con i suoi occhiettini piccoli e liquidi e mi ha trasmesso tutto il suo terrore, mentre ansimava e probabilmente si chiedeva cosa stesse succedendo, quando lo hanno prelevato dalla sua cuccetta e messo in una gabbia.
E' per questo che mi sento poco tranquilla.Ma sarà fisiologico, loro probabilmente si saranno già ambientati, belli scattanti e monelli come sono.
Ieri ero innervosita,perchè disillusa dai commenti che ho sentito sul parco di recupero a cui mie ero rivolta all'inizio, e nel quale credevo molto.
Tuttavia non ho intenzione di riportare pubblicamente nulla, anche perchè, ora che ho visto sia l'una che l'altra zona mi rendo conto che ci sono sono dati positivi e negativi in entrambe le realtà , che sono profondamente differenti e che è difficile paragonare.
L'una è un'area storico-geologica protetta, dal grande valore ambientale e culturale, che ha al suo interno anche due centri di recupero faunistico: uno per i rapaci, la LIPU e l'ltro appunto per caprioli e ricci.
Il parco si estende in una vasta area boschiva dentro la quale sono inseriti i due centri faunistici. Immaginate dunque quale sia l'atmosfera che si incontra all'arrivo dentro il parco e all'area di ricevimento dei ricci da lasciare per reinserimento: quiete, odore di bosco,cinguettii e fruscio di foglie. Gli animali selvatici sono tutt'intorno e non si devono disturbare.
Qui però i recinti re-inserimento per i riccini sono, da quanto ho potuto capire in qs due giorni, un po' casalinghi, nel senso che anch'io a casa me lo potrei costruire così, di 1,5m x 4, con la grata superiore di chiusura a 60 cm dal suolo. In pratica è un gabbia maxi.
Il Pettirosso. d'altra parte, è un posto dove si lavora con le mani e con la testa in prima linea davvero e dove il senso e la fatica di questo lavoro sono percettibili con tutti i sensi.
Certo, l'autostrada e la strada non sono d'aiuto, ma immagino che verosimilmente poi la liberazione sia fatta in altre zone adatte.
Tutti erano freneticamente occupati e non ho avuto il coraggio di chiedere che mi facessero visitare i recinti. Mi è stato spiegato che i recinti di reinserimento comunque sono zone a cielo aperto,all'interno delle quali ci sono alberi da frutto e animali vivi (insetti, cavallette e lumache,non so se autoctone o messe dentro dagli operatori) per aiutarli a ri-apprendere la capacità alla caccia.
Non so se maschi e femmine siano separati.
Putroppo, essendo stata questa per me la prima esperienza con i ricci, mi sono trovata del tutto impreparata ed ignorante, così ho fatto ciò che ho potuto, come ho potuto.
Spero che la scelta fatta sia buona per loro, perchè mi pare di averli affidati ad operatori competenti ed appassionati, che, anche se non avranno tempo e possibilità di badare che non si spaventino,che abbiano una tana al buio e la pappa non infestata di mosche, permettano loro di crescere sani e abili cacciatori.
In conclusione insomma, la differenza la fanno sempre e comunque la passione e la competenza di chi opera e lavora. Ma questo succede in tutti i campi.
Certo è ben più triste quando ci sono di mezzo i nostri amici-insegnanti animali, a cui tanto dobbiamo, ma che putroppo dipendono sempre dal nostro buon senso e dalla nostra disponibilità ad accorgerci delle loro necessità .
Se vorrete condividere con me le vostre considerazioni, specialmente sulla'rgomento cibo, che potrà essere d'aiuto in futuro, ne sarò felice.
Se considererete , come moderatrici, che abbia fatto troppi riferimenti espliciti , poco politicamente corretti, avvisatemi pure, che procederò all'eliminazione del post.
Grazie, grazie, infinite a tutte voi.