(30-11-2013 01:04 PM)Jessica 24 Ha scritto: [ -> ]Abbiamo appena contattato un veterinario suggeritomi da voi. Secondo il suo parare le cose migliori da farsi in questi casi sono 2. 1: Rimetterli in libertà poiché non sopravviverebbero una volta tornati in libertà , casomai creargli un luogo dove passare l'inverno, ma in una campagna, NON in casa.
2: Consegnarli ad un centro specializzato per la fauna selvatica.
Inoltre ha detto che la dieta consigliata è SBAGLIATISSIMA, assolutamente non dare cibo per gatti, né scatolette né crocchette. La cosa migliore sarebbe la verdura scottata in acqua, il calcio comperato in farmacia, poca carne e crocchette per cani (perché meno proteiche rispetto a quelle per i gatti).
Oh, mamma mia...!
Capisco che tu sia confusa. Ma ti assicuro che è più confuso il veterinario che ti ha risposto così! Siccome è un veterinario della clinica a cui indirizziamo abitualmente chi trova dei ricci, dalla quale finora non ci sono mai venute indicazioni contrarie a quelle che siamo soliti dare - anzi - chiederemo spiegazioni. Nel frattempo ti chiarisco un po' di cose:
1) Peso per il letargo: il riferimento di 500 grammi in autunno (o meglio, il doppio riferimento di 500 grammi + indice di Bunnel superiore a 0,8) deriva da studi documentati, e non ci risulta che ne siano stati condotti di nuovi alla luce dei cambiamenti climatici; dire che l'inverno si è accorciato e relazionare questa idea alla possibilità per i ricci di affrontare il letargo con un peso inferiore è faciloneria: sono solo chiacchiere non supportate da dati verificati, a cui si potrebbe rispondere, con un ragionamento altrettanto empirico, che proprio perchè la stagione mite dura di più le ricce figliano più tardi, e quindi la situazione dei cuccioli delle seconde nidiate al momento del letargo è comunque molto critica, perchè ci arrivano decisamente sottopeso; alla fine, anche se viene davvero freddo solo a fine novembre, ci sono almeno tre mesi e mezzo di letargo davanti, e ci sono inverni anche molto rigidi... per non parlare del fatto che, sempre per riportarci al livello delle chiacchiere, con le stagioni sballate a volte la primavera arriva davvero solo ad aprile.
2) I ricci sono insettivori con tendenza a comportarsi come onnivori, ma non c'è dubbio che la carne è il componente fondamentale della loro dieta in natura; chiederemo al vet con cui hai parlato da dove gli vengono queste informazioni, ma non abbiamo mai letto da nessuna parte che ai ricci sia consigliabile dare verdure lesse con aggiunta di calcio e poca carne; oltretutto in vista della liberazione è indispensabile che l'animale non perda l'abitudine di mangiare ciò di cui dovrà nutrirsi in natura, quindi non possono mancare carne e frutta, mentre delle verdure lesse, che non fanno certo male, in quest'ottica si può benissimo fare a meno;
3) La dieta da noi consigliata deriva dalle indicazioni di alcuni centri e veterinari specializzati in ricci, e non è a base di solo cibo per gatti: la quota di carne, che da tutte indicazioni che abbiamo deve essere preponderante, deve ricomprendere carne macinata e scottata, cibo umido per cani o gatti e, almeno nell'ultimo periodo prima del reinserimento in natura, insetti vivi da cacciare; consigliamo le crocchette per gatti solo perchè più piccole e a portata dei denti di un riccio rispetto a quelle da cane, e comunque consigliamo di darne poche - una ventina al giorno - solo per tenere in allenamento la dentatura. In ogni caso siamo sempre aperti ad eventuali aggiornamenti di queste indicazioni, che però siano supportati da dati seri; ad esempio, siamo in attesa dei risultati di un raffronto che si sta facendo, in ambito universitario, tra studi tedeschi e inglesi su questo tema: se ne scaturiranno indicazioni diverse da quelle che abbiamo dato finora, ci adegueremo.
4) I centri di recupero... qualcuno che sa e vuole occuparsi di ricci c'è, ma sono pochi; riguardo al tema del letargo invernale la maggior parte, per ignoranza o per malafede (suppongo per la paura di caricarsi di troppi animali), scoraggia chi chiama dal prelevare i ricci sottopeso con le scuse più disparate. Ciò che ci riferiscono i nostri utenti dei loro contatti con i centri di recupero a volte è davvero desolante e traccia un vero e proprio stupidario, con affermazioni del tipo "non ha bisogno di cure perchè essendo un animale selvatico si cura da sè" (il famoso potere taumaturgico dei selvatici... da domani anche noi nei boschi per azzerare le spese della sanità ), "lo lasci fuori tanto c'è ancora caldo (detto una settimana fa, pochi giorni prima dell'arrivo del freddo, in relazione a un riccio sotto i 200 grammi), "se barcolla sarà malato, quindi a maggior ragione lo lasci dov'è che muore più felice libero" (detto sempre in questi giorni di un piccolo riccio sottopeso, che barcollava solo perchè ipotermico).
Nel tuo caso parliamo di ricci rinvenuti a novembre con un peso di 360 grammi, che non avrebbero avuto la possibilità di arrivare vivi a primavera se lasciati dov'erano; la cattività , che è una forzatura per un riccio, diventa allora il male minore. E' ovvio che nel periodo in cui li si trattiene bisogna prestare la massima attenzione a non far prendere ai ricci alcuna confidenza con persone e animali domestici, e questa è una raccomandazione che facciamo sempre ai nostri utenti.
E' vero che i ricci che stai accudendo potrebbero essere rimessi fuori, ma a queste tre condizioni:
- una volta che avranno raggiunto un buon peso
- con un passaggio molto graduale dalle temperature interne a quelle esterne (o a quelle di un locale non riscaldato)
- in un ambiente controllato (recinto esterno / stanza non riscaldata)
Nessuno dei centri e vet specializzati in ricci consiglierebbe la liberazione in questo periodo: le condizioni ambientali sfavorevoli non consentirebbero ai ricci di esplorare il territorio, scegliere un luogo per la tana, trovare materiale caldo e asciutto per allestirla, ecc.
Continua quindi così, tranquilla sul fatto di far bene ai ricci. Noi, da parte nostra, chiederemo al Dott. Selleri, esperto in selvatici e in esotici e nostro principale riferimento nella clinica a cui ti abbiamo indirizzata, come mai stavolta sia scattata questa ramanzina e cosa ne pensi delle indicazioni che ti sono state date dal suo collega.