(12-11-2012 01:03 AM)Maljnka Ha scritto: (12-11-2012 12:02 AM)maiocchi rossana Ha scritto: bhe! non so voi ma io ho avuto la fortuna o la sfortuna di avere un riccio europeo problematico non reinseribile in natura e andava in latargo tutti i mesi di novembre anche se in casa a 20° e non si svegliava mai durante tutto il periodo ne per mangiare ne per bere a meno che non ci fosse troppo secco in casa allora usciva a berelo sentivo dal beberino ma mangiare se siera rimpinzato bene i mesi prima non lo toccava anche se io gli lasciavo dei croccantini nella ciotolina e visto che non diminuivano.........
io non so da voi ma qui nel parco il terreno ghiaccia e si indurisce alla metà di novembre e fino a febbraio resta così dai 500 metri in su tra le montagne e non so cosa riuscirebbero a trovare da mangiare ne vermi ne lumache ne frutta.
Strano che il tuo riccio andasse in letargo per tutto l’inverno con 20°…
Quella temperatura era quella segnata dal termometro che hai in casa, collocato non certo sul pavimento…non penso tu abbia messo per terra il termometro.
Certo a livello del pavimento, dove presumo tu avessi il riccio, la temperatura era senz’altro inferiore ai 20° con una differenza di alcuni gradi, più di quanto si potrebbe immaginare.
Sarebbe quindi bastata una piccola corrente fredda come succede a livello del pavimento, per abbassarla ulteriormente.
Il riccio quindi potrebbe aver cominciato la fase di preletargo: il suo “orologio biologico†e la temperatura relativamente bassa potrebbero aver innescato l’avvio di questa fase.
Probabilmente quando l’hai visto risvegliarsi per bere era ancora nelle fasi di preletargo oppure se era verso primavera stava lentamente uscendone.
Condivido la tua osservazione sul fatto che in natura il periodo di gelo impedirebbe al riccio di trovare cibo.
Andare in letargo e risvegliarsi, alternando più volte queste fasi costituirebbe un grandissimo dispendio di energie per l’animaletto, molto svantaggioso anche perché non riuscirebbe a trovare cibo sufficiente a reintegrare nemmeno in piccola parte le energie consumate per questo processo svegliarsi -cercare cibo-riaddormentarsi.
Per i ricci che svernano all’aperto e che ho potuto osservare anno dopo anno, ho notato che anche nelle giornate di pieno inverno, quando capitano periodi di notevole rialzo termico oltre i valori tipici stagionali, i ricci non si svegliano, perché il processo di termoregolazione che li ha portati ad abbassare anche a 4 ° la temperatura corporea non risente di queste variazioni occasionali, ma procede dettato dal cosiddetto “organo del letargo†che ogni riccio possiede; questo proprio per evitare che frequenti risvegli portino ad un troppo veloce consumo delle scorte di grasso.
Le scorte di alimentari che lasciavo a disposizione e che cambiavo periodicamente perché fossero fresche, restavano intatte fino a primavera; mi accorgevo della fine del letargo vedendo che il cibo veniva finalmente consumato, ma era oramai la metà di marzo, più o meno.
Penso che i giovani ricci tenuti in casa davvero al caldo non vadano in letargo non solo a causa della temperatura alta, ma anche perché non avendo ancora raggiunto il peso idoneo e non essendosi quindi ancora formate le giuste riserve di grasso, soprattutto di quello bruno, il loro orologio biologico risulta sballato rispetto alla stagione e quindi l’animale salterà il letargo, limitandosi al massimo in qualche caso ad alcuni giorni di sporadico rallentamento della normale attività e ad altrettanto occasionali dormite notturne.
Questo è semplicemente quello che ho osservato di persona.
infatti nei mesi precedenti raddoppiava di peso ed in primavera era magro magro ma recuperava subito ed hai ragione lo tenevo in terra nel posto più fresco della casa proprio per garantirgli il ciclo letergico naturale come in natura visto che già aveva cambiato la sua natura da notturno a diurno per stare con me anzi si era abituato ai mie turni ed era attivo quando sentiva la mia presenza in casa
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